I veri fighi digitali

I veri fighi digitali sono i settantenni di oggi.

telephone_siemens_s62Nati nel ’46, subito dopo la guerra: a andar bene da piccoli avevano le scarpe smesse dei fratelli più grandi, a andar male giravano a piedi nudi.

Quando sono nati la televisione non esisteva, e quel poco di sperimentale che era stato fatto fino al ’39 andò perduto sotto i bombardamenti della seconda guerra mondiale.
Il telefono qualcuno ce l’aveva, ma mica neanche tutti, la Telecom era di la da venire, la SIP produceva elettricità e per avere un apparecchio telefonico a casa, in Lombardia ci si rivolgeva alla STIPEL.

Quando compiono vent’anni è tutto un fermento di innovazione e di benessere, i telefoni di casa si diffondono, le TV non sono più soltanto nei bar o nei locali pubblici ma la gente inizia ad averle in casa, nascono le prime televisioni “private” (o commerciali come si direbbe oggi). Le auto non sono più solo per ricchi.

Dopo altri vent’anni, ormai genitori, spuntano i computer, i telefoni portatili esistono ma questi si , sono una roba da ricchi: solo nei film di 007 ci sono telefoni sulle auto. La televisione è ormai diffusa in quasi tutte le case.nonne

Oggi questi stessi signori li incontri nelle sale d’attesa, dal medico, in posta, che tirano fuori il loro smartphone e iniziano a chattare su Whatsapp, magari col figlio che scrive loro che i nipoti li porta alle due invece che alle quattro.

In 40 anni hanno visto la loro vita trasformarsi: i viaggi farsi più brevi, le distanze annullate, le videochiamate, che erano roba da Star Trek, diventare pane quotidiano per vedere la nipote che vive in Finlandia o l’amico in vacanza a New York. E sono lì, col loro indice impacciato a digitare su una tastiera senza tasti (ormai è tutto touch!) messaggi alla moglie per decidere il pranzo e “ti serve qualcosa in farmacia”, magari derisi dal quindicenne a caccia di Pokémon.

Ma i veri fighi sono loro, sopravvissuti a un cambiamento davvero epocale, e scagliati nel mondo digitale. Loro che quando son nati manco sapevano di essere analogici…

Nativi digitali

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Quello dei nativi digitali è un tema molto dibattuto, anche se spesso viene affrontato nel modo sbagliato.
Leggevo in questi giorni un paio di riflessioni (una su Facebook che non trovo più, e un altra sul sito di Paolo Attivissimo, riportata più in dettaglio qui) che messe insieme sintetizzano più o meno il mio pensiero.

Ne scrivo qui, senza tema di essere smentito tra qualche anno, quando i miei due “nativi digitali” inizieranno a usare PC e smartphone.

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Schiavi della tecnologia

SmartphonesLavorando ogni giorno a stretto contatto con oggetti tecnologici mi rendo sempre più conto che questi aggeggi stanno condizionando le nostre vite.

Ovviamente detta così l’affermazione non può che essere generica e generalizzante.

Bello sto tramonto, ‘spetta che ci faccio una foto!
Pensiamoci un attimo: quante volte invece di goderci quello che ci succede attorno corriamo con la mano al cellulare per fotografare o fare un video?
In questo modo ci perdiamo il bello del momento, l’unicità dell’attimo, credendo di riuscire a fermarlo in una foto o un filmato di dubbia qualità artistica.

E quante volte mentre stiamo parlando con qualcuno, ci squilla il telefono con un sms, un Whatsapp, un Viber o un email? E subito dobbiamo leggerlo e rispondere, abbandonando nell’incredulità chi ci sta davanti…

Per questo sto divorziando.
Non da mia moglie (no, proprio no!) ma dal mio telefono: raccolgo la sfida di Jarrid Wilson, marito, pastore (protestante, immagino…), autore di libri, blogger, che fa tutte queste cose in modi poco convenzionali e molto attenti alle nuove generazioni, attraverso l’uso dei social media e del suo blog.

Solamente perché possiamo essere sempre connessi, non significa che dobbiamo esserlo
Quindi, lancio la SFIDA PER IL 2014: divorziare dal proprio smartphone, dalle proprie app e riallacciare relazioni con PERSONE, con coloro che contano veramente! Spegni il cellulare e torna a costruire relazioni personali che supereranno certamente la prova del tempo.

Per me è più facile, il mio telefono è molto poco smart, ma ho deciso che non lo cambierò con uno nuovo finchè continuerà a permettermi di telefonare. E pace se non ho l’app del Garmin o l’email…

Gli altri obiettivi della sfida rimangono:

  1. Impara a mantenere il equilibrio il tempo che passi col tuo smartphone.
  2. rendi il tuo telefono un accessorio, non una priorità.
  3. datti dei limiti rispetto a quando e dove puoi usare il tuo telefono.
  4. controlla come usi il tuo telefono e smetti di permettere al tuo telefono di controllarti.
  5. prova a passare parte del tuo weekend non connesso, offline, e alla larga dal tuo smartphone.

Nel 2014 prometto di divorziare dal mio telefono. E tu? Fai come me? Condividi con  i tuoi amici e allarghiamo il movimento “Divorzia dal tuo telefono”.