Vodafone, ultimo atto

Pensavo fosse finita quando la linea ha cessato di funzionare.

Invece mi è arrivata ancora una bolletta da Vodafone, 40 euro come “Corrispettivo per recesso anticipato / disattivazioni anticipate”.
E niente mi sono rotto le palle.
Chi ha seguito l’estenuante vicenda sa che ho aspettato la scadenza del contratto per recedere, ma che tra un cavillo, una telefonata e una rottura di maroni la questione si è protratta per 5 mesi (5 MESI!!).

Ho tentato innumerevoli volte di chiamare il 190 (ma non avendo più la linea fissa su cui fare il reclamo, è impresa impossibile parlare con un operatore).
Ho tentato dal sito Vodafone ma la mia utenza è disattivata.
Ho tentato di bloccare il RID, ma era praticamente impossibile.

Quindi, Vodafone, hai vinto, tieniti i miei 40 euro. Non ho più le energie ne la voglia per reclamare ancora.
Tieniti sti  40 euro rubati (RUBATI, capito? RUBATI!) perchè ti sei inventata un recesso anticipato che non esiste e vedi di non chiamarmi più altrimenti stavolta i tuoi operatori (che non c’entrano nulla, lo so bene) si beccano una carrettata di insulti.

E che sia finita…

Almeno spero…

Vodafone, non è ancora finita

Riassunto delle puntate precedenti: come già raccontato il 10 febbraio ho mandato una raccomandata a Vodafone con la disdetta del contratto ADSL + telefono fisso.

Dopo un po’ di giorni chiamo il call center, perché non ho ancora ricevuto nulla, e il telefono funziona ancora.

Nel frattempo mi attivano (senza che l’abbia richiesta) la promozione Sconto Canone 100%. Va bene, non pago, ma non mi va che mi attivino cose non richieste.

Passano i canonici 30 giorni (non dall’invio della raccomandata, dalla registrazione della loro pratica) e il telefono è ancora li che funziona… Continua a leggere

Addio Vodafone, benvenuto Eolo

Da un paio d’anni ho un contratto Vodafone per l’ADSL di casa e il telefono.Il servizio ha sempre funzionato in maniera normale, ma a dicembre 2013 ho deciso di chiudere il contratto con Vodafone per una serie di motivi:

  • continuo a ricevere telefonate di offerte e vendita per telefono nonostante il mio numero di casa sia iscritto al registro delle opposizioni…
  • la Vodafone Station non è configurabile. Non posso usare i DNS che voglio io (tipo OpenDNS per filtrare il traffico internet), non posso usare DNS dinamici e così via. Per l’utente “normale” probabilmente va bene così, a me no.
  • Il costo dell’abbonamento mensile è esagerato: terminati i primi 24 mesi in promozione costa tantissimo (tipo 35 euro al mese)

Quindi decido di recedere dal contratto e chiudere ogni rapporto con Vodafone.

All’avvicinarsi della scadenza del contratto la suddetta Vodafone mi chiama ripetutamente per farmi aderire a una nuova offerta. Ovviamente declino.

Mando la raccomandata per la disdetta, ma dopo un mese non ho nessuna notizia da Vodafone (non mi è ancora tornata nemmeno la “ricevuta di ritorno”, ma quello è un problema delle Poste, non di Vodafone).

Decido di chiamare il 190. Vi riporto la conversazione surreale di sabato scorso (1 marzo) tra me e l’operatrice (peraltro gentilissima):
Io: “Buongiorno volevo sapere lo stato di avanzamento della mia pratica di disdetta del contratto ADSL”
Operatrice: “Si, la raccomandata è arrivata ed è stata registrata il 20 febbraio. Abbiamo 30 giorni di tempo per evadere la pratica”
Io: “Va bene, pagherò questo mese che vi siete accaparrati così, senza fare nulla…”
Op.: “Ma lei rinuncia al suo numero fisso?”
Io: “Guardi, è il principale motivo per cui chiudo il contratto… Non voglio più il telefono fisso”
Op.: “No perché qui manca il numero per il ricontatto”
Io: [Facendo un salto sulla sedia] “Scusi? Mi prende in giro? Vi sto chiedendo di cessare un numero fisso, ricontattatemi su quello…”
Op.: “No, serve un numero mobile”
Io: “E perché mai? Se io non avessi un numero mobile? Non posso chiudere il contratto?”
Op.: “Eh ma yadda yadda blaghe glabluglub…”
Io: “Va beh, guardi, le do il numero, anche se non capisco come sia possibile che non abbiate il mio numero di cellulare, visto che mi chiamate mediamente 3 volte alla settimana per farmi delle offerte, tra cui il rinnovo dell’offerta sull’ADSL”
Op.: “No ma quello è l’altro call center”
Io: [Cadendo direttamente dalla sedia] “Ma all’altro call center il mio numero, e soprattutto il fatto che la mia promozione è scaduta, l’avrete dato voi…”
Op.: “ehhagla babba yabadabba con la supercazzola prematurata”
Io: “Senta non mi faccia perdere tempo, si segni il numero e chiuda quanto prima la pratica”

Nel frattempo ho aperto un contratto con Eolo: tempo un paio di settimane e sono venuti a installarmi l’antenna e al pomeriggio navigavo già con la mia nuova antenna.
Per ora va tutto benissimo, la banda minima è molto più alta rispetto a quella che avevo prima.
Adesso aspetto il primo temporale per vedere se il segnale via antenna rimane stabile.

Aggiornamento lunedì 3 marzo mi è arrivato questo SMS da Vodafone (ma come, non erano disperati perché non avevano il mio numero di cellulare?):

Vodafone: gentile cliente le comunichiamo l attivazione della promozione Sconto Canone 100% per 6 mesi sul contributo mensile della sua offerta ADSL

Mi sento vagamente preso per i fondelli. Oppure si sono pentiti di avermi fatto pagare un mese in più.

Addio Vodafone, benvenuto Eolo!

Schiavi della tecnologia

SmartphonesLavorando ogni giorno a stretto contatto con oggetti tecnologici mi rendo sempre più conto che questi aggeggi stanno condizionando le nostre vite.

Ovviamente detta così l’affermazione non può che essere generica e generalizzante.

Bello sto tramonto, ‘spetta che ci faccio una foto!
Pensiamoci un attimo: quante volte invece di goderci quello che ci succede attorno corriamo con la mano al cellulare per fotografare o fare un video?
In questo modo ci perdiamo il bello del momento, l’unicità dell’attimo, credendo di riuscire a fermarlo in una foto o un filmato di dubbia qualità artistica.

E quante volte mentre stiamo parlando con qualcuno, ci squilla il telefono con un sms, un Whatsapp, un Viber o un email? E subito dobbiamo leggerlo e rispondere, abbandonando nell’incredulità chi ci sta davanti…

Per questo sto divorziando.
Non da mia moglie (no, proprio no!) ma dal mio telefono: raccolgo la sfida di Jarrid Wilson, marito, pastore (protestante, immagino…), autore di libri, blogger, che fa tutte queste cose in modi poco convenzionali e molto attenti alle nuove generazioni, attraverso l’uso dei social media e del suo blog.

Solamente perché possiamo essere sempre connessi, non significa che dobbiamo esserlo
Quindi, lancio la SFIDA PER IL 2014: divorziare dal proprio smartphone, dalle proprie app e riallacciare relazioni con PERSONE, con coloro che contano veramente! Spegni il cellulare e torna a costruire relazioni personali che supereranno certamente la prova del tempo.

Per me è più facile, il mio telefono è molto poco smart, ma ho deciso che non lo cambierò con uno nuovo finchè continuerà a permettermi di telefonare. E pace se non ho l’app del Garmin o l’email…

Gli altri obiettivi della sfida rimangono:

  1. Impara a mantenere il equilibrio il tempo che passi col tuo smartphone.
  2. rendi il tuo telefono un accessorio, non una priorità.
  3. datti dei limiti rispetto a quando e dove puoi usare il tuo telefono.
  4. controlla come usi il tuo telefono e smetti di permettere al tuo telefono di controllarti.
  5. prova a passare parte del tuo weekend non connesso, offline, e alla larga dal tuo smartphone.

Nel 2014 prometto di divorziare dal mio telefono. E tu? Fai come me? Condividi con  i tuoi amici e allarghiamo il movimento “Divorzia dal tuo telefono”.